Le proteste



W 2015 roku Ambasada RP w Rzymie interweniowała już trzy razy. Poniżej przytaczamy przykłady tegorocznych interwencji:

Skuteczna interwencja w dzienniku Corrieredella Sera
Włoski dziennik Corrieredella Sera (wydanie internetowe) opublikował 13 stycznia 2015 r. artykuł pt. „Settant’anni della liberazione di Auschwitz, Putin non ci sarà” (70 latwyzwolenia Auschwitz, Putinaniebędzie). W artykule użyto błędnego sformułowania "polski łagier" w stosunku do obozu Auschwitz.
Ambasada RP w Rzymie niezwłocznie podjęła interwencję u redaktora naczelnego dziennika Ferrucio De Bortoli z prośbą o sprostowanie i wyeliminowanie zniesławiającego określenia. Reakcja była niemal natychmiastowa, w godzinę po interwencji Ambasady RP błędne określenie zostało zlikwidowane.

Skuteczna interwencja we włoskim dzienniku ilGiornale
Włoski dziennik ilGiornale opublikował 26 stycznia 2015 r. w swoim wydaniu internetowym artykuł Giovanniego Masiniego pt. ”Putin non andrà alle celebrazioni per la liberazione di Auschwitz”. W artykule użyto błędnego sformułowania "polski obóz koncentracyjny" w stosunku do obozu Auschwitz-Birkenau.
Ambasada RP w Rzymie niezwłocznie podjęła interwencję u redaktora naczelnego dziennika Alessandra Sallustiego, kierowników redakcji i autora publikacji z prośbą o sprostowanie. Dzięki natychmiastowej reakcji polskiej placówki błędne określenie zostało usunięte, a redakcja przeprosiła za jego użycie w artykule.

Skuteczne interwencje we włoskiej prasie ws. wadliwego kodu pamięci
Ambasada RP w Rzymie 9 lutego br. interweniowała w sprawie użycia błędnego sformułowania "polski łagier" w stosunku do obozu Auschwitz-Birkenau  przez redakcję internetowego dziennika włoskiej edycji Huffington Post. Sformułowanie pojawiło się w komentarzu redakcyjnym do filmu wideo BBC  News pt. ”Auschwitz-Birkenau z lotu ptaka. Spektakularne zdjęcia łagru nagrane przez drona w filmie wideo BBC”.
Polska placówka w Rzymie niezwłocznie podjęła interwencję u redaktora naczelnego Lucii Anunziaty z prośbą o sprostowanie i wyeliminowanie zniesławiającego określenia. W kilka minut po interwencji błędne określenie zostało przez redakcję usunięte.
Ambasada RP w Rzymie podjęła w ostatnich dniach podobne skuteczne interwencje w stosunku do stacji telewizyjnej Euronews oraz wobec portali informacyjnych „Siena per famiglie” (Siena dla rodzin) oraz On Rugby.  W powyższych przypadkach błędne określenia „polski obóz koncentracyjny”, zostały natychmiast usunięte.


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Cara Lucia, (Lucia Annunziata)
ti volevo segnalare un errore commesso dal giornale da te diretto. Nell’edizione del 5 giugno 2015 dell’Huffington Post Italia è apparso l’articolo dal titolo “Campo di sterminio polacco in vendita a 39mila euro. Il mondo ha 17 giorni per reagire” (http://www.huffingtonpost.it/2015/06/05/belzec-olocausto-polonia_n_7517116.html).
A prescindere dalle intenzioni del redattore che, presumibilmente, si riferiva soltanto alla localizzazione geografica del campo in Polonia, ti vorrei far presente che non sono mai esistiti i “campi di sterminio polacchi” e che l’uso di questo termine deforma la verità storica e lede il buon nome della Polonia e dei suoi cittadini.
La suddetta terminologia, anche nel senso dell’indicazione geografica, è inaccettabile, in quanto lo stato polacco non esisteva nel periodo della seconda guerra mondiale. La Polonia e i suoi cittadini furono le vittime del nazismo.
Il prof. Andrzej Zawistowski, direttore dell’Ufficio dell’Educazione Pubblica dell’Istituto Polacco della Memoria (IPN di Varsavia) da me interpellato, afferma: “La nostra posizione è inequivocabile e chiara: la Polonia (e i suoi cittadini) non si assume alcuna responsabilità per la politica nazista perseguita nei territori polacchi occupati.”
Non è il primo caso che le espressioni: “lager polacco”, “campo di concentramento polacco”, “campo di sterminio polacco” appaiano sulla stampa italiana. Nel corso degli ultimi anni l’Ambasciata di Polonia in Italia e la comunità polacca hanno sensibilizzato i media italiani su questo delicato punto, invitandoli ad usare la terminologia appropriata: “campi nazisti nei territori della Polonia occupata” e a rettificare o a rimuovere i titoli e le frasi che urtano la sensibilità dei polacchi, vittime dell’Olocausto.
A nome dei miei concittadini che vivono in Italia e si sono risentiti che l’autorevole giornale da te diretto ha pubblicato un articolo con tale titolo (inoltre ripreso da diversi gruppi su Facebook e sui forum sociali, e da
- gossip.libero.it
- newsfee.com
ti prego di voler prendere le misure adeguate affinché l’articolo ancora disponibile sul vostro sito venga al più presto rettificato. Ti allego anche la nota dell’Ambasciata di Polonia in Italia su un caso simile.
Cordiali saluti

Agnieszka Zakrzewicz,
giornalista polacca, membro dell’Associazione della Stampa Estera in Italia


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La presente per segnalare un fatto per noi molto sgradevole.

Nella notizia del 25.01.2015 “Auschwitz 70 anni dopo” è stata utilizzata in riferimento ad Auschwitz l’espressione erronea e fuorviante “campo di concentramento polacco” (“[…]Il presidente del Parlamento europeo ha voluto ricordare come gli ebrei in Europa oggi ancora temono per la loro sicurezza. Il campo di concentramento polacco resta un ricordo vivo e un monito per l’umanità.” - http://it.euronews.com/2015/01/25/auschwitz-70-anni-dopo/
La denominazione corretta del campo di Auschwitz, basata sulla formula ufficiale approvata da UNESCO, è: “Auschwitz Birkenau. Campo nazista tedesco di concentramento e sterminio” (http://whc.unesco.org/en/news/363).
Abbiamo più volte sensibilizzato i media italiani sulla necessità di evitare espressioni erronee come quella usata dal giornale da Lei diretto, per motivi che sicuramente sono evidenti anche per Lei. Ci teniamo a sottolineare che ogni anno, in prossimità della Giornata delle Memoria, indirizziamo ai giornalisti un appello nel quale invitiamo a prestare massima attenzione all’utilizzo della denominazione corretta del campo di Auschwitz, con la speranza di riuscire in tal modo a prevenire l’insorgere di situazioni sgradevoli che in passato ci hanno spesso costretto a chiedere chiarimenti e rettifiche.
A prescindere dalle intenzioni del redattore che, presumibilmente, si riferiva soltanto alla localizzazione geografica del campo (comunque inaccettabile, in quanto lo stato polacco non esisteva negli anni del funzionamento dei campi di sterminio; i territori sui quali i campi erano situati era stati invasi e occupati dai nazisti tedeschi), l’utilizzo di espressioni erronee quali “lager polacco” o “campo di sterminio polacco” aggrava la confusione già esistente riguardo alla storia della Shoah e costituisce un grave e pericoloso errore che deforma la verità storica sullo sterminio perpetrato dallo stato nazista tedesco sul territorio occupato della Polonia e che insinua il dubbio sulle responsabilità dello stesso, offendendo così la memoria dei milioni di cittadini polacchi, ebrei e non, vittime del nazismo. Il rispetto della terminologia appropriata ci sembra ancora più importante in caso di messaggi e notizie veicolati da un giornale così importante e autorevole come quello da Lei diretto.
Senza riferimento al caso specifico oggetto della lettera, vale la pena aggiungere che l ’utilizzo di espressioni del genere potrebbe essere interpretato come una forma di negazionismo, considerando la definizione adottata dall’International Holocaust Remembrance Alliance – IHRA (http://www.holocaustremembrance.com/working-definition-holo…).
La pregheremmo pertanto di voler prendere le misure adeguate affinché il testo dell’articolo ancora disponibile sul sito di Euronews venga al più presto rettificato.
Confidiamo che in futuro verrà mantenuta la massima attenzione sull’uso corretto del linguaggio soprattutto in merito a questioni inerenti alla preservazione corretta della memoria storica. 

 
Distinti saluti,
Ambasciata di Polonia in Italia


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http://www.stranieriinitalia.it/attualita-il_caso._auschwitz_era_un_campo_nazista_non_polacco_13898.html

La comunità e l’ambasciata in Italia protestano dopo l’ennesima semplificazione giornalistica. Wojtaszczyk: "Lede la nostra dignità e la verità storica"

Roma – 12 ottobre 2011 – L’ultima volta è successo ieri. Nell’edizione romana di Repubblica, in un articolo in cui si citava l’orrore di Auschwitz,  il lager nazista è stato chiamato “campo polacco”. Buona parte dei lettori italiani non ci avranno neppure fatto caso, ma i polacchi sono trasaliti: quella definizione è un insulto alla storia del loro Paese.
"La zona della Polonia dove è situato Auschwitz, negli anni 1939-1945 era occupata dal III Reich e quindi la denominazione corretta, approvata nel 2007 dall'UNESCO con l'appoggio dell'Israele, è ‘Campo tedesco nazista di concentramento e di sterminio 1940-1945'" spiega una lettera inviata a Repubblica dalla redazione di Naszswiat.net. "La comunità polacca in Italia –aggiunge - è stanca di dover ricordare continuamente fatti che dovrebbero essere ben noti al pubblico italiano".
Anche l’Ambasciata Polacca ha protestato con una lettera a Repubblica, ricordando di aver “più volte sensibilizzato i media italiani sulla necessità di evitare espressioni erronee e fuorvianti, come quella usata oggi. La superficialità e la confusione sulle questioni legate alla Shoah non contribuiscono certo alla preservazione corretta della memoria storica". La rappresentanza diplomatica ha chiesto inoltre “sollecitare la massima attenzione dei collaboratori” del giornale su questo tema.
"È quasi matematico che quando i media italiani cominciano a parlare di Auschwitz prima o poi spunti l’espressione 'campo polacco', nella migliori delle ipotesi, oppure 'campo di sterminio polacco', che è ancora peggio. Questo ci fa infuriare, non ne possiamo più” si sfoga la caporedattrice di Nasz Świat, Danuta Wojtaszczyk.
La lista degli errori commessi dai media italiani è lunga, così come quella delle scuse pubblicate puntualmente dopo le proteste dei polacchi. “Ma poi sbagliano di nuovo, come se non fosse successo nulla” denuncia Wojtaszczyk.
"Non possiamo rischiare che l’espressione ‘Auschwitz campo polacco’, così dannosa per la dignità  del nostro popolo, si imprima nella memoria collettiva, con un risultato dannoso non solo per l’ immagine della Polonia ma anche in termini di salvaguardia delle verità storica"  conclude la caporedattrice di “Nasz Świat”.
Leggi anche:
Reakcja Naszego Świata na określenie “polski obóz” w odniesieniu do Auschwitz (Naszswiat.net)

Anna Malczewska




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http://www.naszswiat.net/y-we-woszech/nasze-sprawy/3208-reakcja-naszego-wiata-na-okrelenie-polski-oboz-w-odniesieniu-do-auschwitz.html

Dzisiaj na łamach włoskiej prasy po raz kolejny pojawiło się sformułowanie „polski obóz” w odniesieniu do  Auschwitz-Birkenau - niemieckiego nazistowskiego obozu koncentracyjnego i zagłady.

Warto w tym miejscu podkreślić, iż określenie „polski obóz”, albo co gorsza, „polski obóz zagłady” niestety dość często pojawia się we włoskich mediach.
W obronie dobrego imienia Polski i Polaków  staje w takich sytuacjach  Ambasada RP w Rzymie oraz wielu przedstawicieli Polonii włoskiej, którzy domagają się  opublikowania adekwatnych sprostowań.

Oto kilka przykładów:
Dziennik „Corriere della Sera”, 13.01.2005, artykuł nt. książki L. Segre, b. więźniarki Auschwitz. W podtytule padło określenie „polski obóz”. Interwencja telefoniczna działu prasowego ambasady + list ambasadora, który wydrukowano 15.01 (dział „interwencje i polemiki”). Redakcja wyjaśniła także, iż określenie jest skutkiem nieuwagi a nie złej woli (inny artykuł tej gazety nt. Auschwitz mówi o „nazistowskim obozie zagłady w Polsce”). Dziennik „Il Sole 24 Ore”, 31.01.2005, ten sam artykuł, to samo sformułowanie „polski obóz”. Wydrukowano (rubryka „listy od czytelników”) list protestacyjny ambasadora, opatrując go tytułem „Auschwitz – lager nazistowski, a nie ‘polski’”.
Dziennik „La Stampa”, 20.01, seria artykułów nt. Holocaustu i Auschwitz-Birkenau, w podtytule art. B. Spinelli autor użył określenia „polski obóz” (treść wskazuje, iż był to błąd odosobniony i niezamierzony, co przyznała redakcja). Opublikowano list ambasadora. (Informacja z archiwum MSZ.)
Dziennik „L’Unita”, artykuł ws. rezolucji Parlamentu Europejskiego nt. rocznicy Auschwitz pt. „Polacy nie chcieli aluzji do swoich win”. Wydrukowano list ambasadora oprotestowujący tendencyjną treść (częściowo przedrukowany też przez „Corriere della Sera”), opatrując go polemicznym komentarzem.
23 stycznia 2008 roku prezes Polsko-Włoskiego Koła Kulturalnego w Lombardii, Barbara Głuska Trezzani skierowała list do redakcji History Channel emitowanego przez telewizję SKY ltalia z oburzeniem odnosząc się do sformułowania „campo di concentramento polacco” użytego w programie " Fuga da Auschwitz, La storia di Rudolf Vrba e Alfred Wetzler”  domagając się jednocześnie sprostowania tej informacji.

Jako reakcja na określenie „Auschwitz - campo polacco”, które pojawiło się w dzisiejszym wydaniu dziennika La Repubblica skierowaliśmy list do dyrektora gazety, Ezio Mauro,  o następującej treści.

Gentile Direttore,
Non Le nascondo il grande stupore che ho provato nel costatare che nel numero odierno de "La Repubblica" (11.102011), in un articolo firmato da Anna Rita Cillis nell’edizione romana del giornale, appare l'espressione "campo polacco" riferita al campo di sterminio nazista di Auschwitz.
Rappresento la redazione del quindicinale per i Polacchi in Italia “Nasz Świat” e dell’ omonimo sito internet naszswiat.net e posso dire, anche a nome dei nostri numerosi  lettori, che la comunità polacca in Italia è stanca di dover ricordare continuamente fatti che dovrebbero essere ben noti al pubblico italiano.
La zona della Polonia dove è situato Auschwitz, negli anni 1939-1945 era occupata dal III Reich e quindi la denominazione corretta, approvata nel 2007 dall'UNESCO con l'appoggio dell'Israele, è "Campo tedesco nazista di concentramento e di sterminio 1940-1945". Nella convinzione che Lei vorrà pubblicare le mie parole per renderle note ai lettori de "La Repubblica", colgo l'occasione per porgerle distinti saluti.

Danuta Wojtaszczyk
Redazione „Nasz Świat” – quindicinale per i Polacchi in Italia


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